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Eccomi allora qui a rimediare e darvi sia la ricetta che le indicazioni sul procedimento per la realizzazione dell’impasto babà che, a mio parere, è uno degli impasti dalla consistenza più interessante, ma anche uno dei più difficili da realizzare, più di un grande lievitato a mio parere, ma non vi spaventate!

Basterà avere delle accortezze e il risultato potrete raggiungerlo con una certa facilità. La difficoltà sta tutta nel formare la maglia glutinica, l’incordatura dell’impasto, che come ormai sapete va fatto per ogni lievitato, solo che nel caso del babà non c’è acqua allo stato puro, ma solo quella contenuta nelle uova. Per incordare farina e uova sarà necessario incorporarle poco alla volta, come meglio spiegato nella ricetta. Il babà è l’impasto della pazienza per eccellenza! 🙂
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Sul blog troverete tutti i passaggi e i consigli per realizzare un impasto perfetto! 
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Nei prossimi giorni vi mostrerò poi come promesso una nuova versione de u babà!
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La ricetta dei cookies al burro di arachidi è pro La ricetta dei cookies al burro di arachidi è pronta! Vi lascio le illustrazioni e la versione online che trovate come sempre nel link blu sotto alla mia foto profilo! 

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Vi rilascio il link alla ricetta di queste castagnole con esubero di lievito madre al cioccolato bianco: se volete realizzarle senza esubero basterà sostituirlo con 75 g di farina e 75 g di acqua. Potete aggiungere qualche grammo di lievito per dolci per farle crescere un pochino di più. 
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Che poi più che una ricetta si tratta di qualche piccola accortezza sui tempi, stesura, cottura…trovate tutto sul blog al link blu diretto nel mio profilo @ackyart 😉
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lievitati · Febbraio 2, 2011

Okonomiyaki giapponese: cucina quello che vuoi, come lo vuoi! Culinary Tour Around the World

English version here 

 

Ed eccoci qui di ‘ritorno’ dalla Turchia per continuare il giro per i sapori dal mondo organizzato da Joan di Foodalogue. Questa tappa mi intriga più che mai: il Giappone!

Molti miei amici sono stati in Giappone negli ultimi due anni. Addirittura la mia amica Alessia è stata a Tokio e Kyoto solo due settimane fa. La prima cosa che mi ha detto a proposito del Giappone è che rappresenta una lezione di civiltà, almeno per noi italiani. La gente è educata, ‘formale’ nel senso buono del termine, sempre disponibile…forse Tokio è un po’ cara ma probalimente prima della crisi economica lo era ancora di più. Anche a detta di altri amici e mettendo insieme le loro esperienze si può accedere ad un buon cibo e ad una buona cucina senza spendere una fortuna.

In questo periodo dell’anno fa molto freddo, anche se Ale è tornata comunque entusiasta perchè ha trovato belle giornate ed un cielo sempre terso. E questo fa molto. Il periodo migliore per visitare il Giappone è inizio aprile, nel periodo della fioritura dei ciliegi. Guardate qui sotto…ditemi se non vi viene voglia di partire..a me sì 😉 ci sto facendo un pensierino per il prossimo viaggio! Altro periodo ideale è ottobre-novembre.

 

Photo’s from Bestvacationsdealstoday

Prima di raccontarvi della ricetta però, ecco alcuni souvenirs che mi ha portato Ale dal Giappone…credo che meritino! Prima di tutto questa piccola scatoletta di caramelle al sapore di ….sushi! Vi assicuro che ne ho assaggiata una e posso dire che sono una cosa disgustosa…che ridere…forse le faranno per i turisti..o ci credono davvero? Addirittura Ale c’è rimasta male quando abbiamo aperto la scatola perchè credeva di trovarci delle caramelle ‘a forma’ di sushi, esattamente come l’immagine del resto mostra…

Ecco qui invece una piccola scatoletta di Snoopy espressamente pensata dalla mia amica per me come un originale contenitore di dado vegetale o di carne (ormai con il Bimby a casa mia non può mancare…). Tipico esempio dell’importanza per i giapponesi di ‘manga’ (fumetti) e ‘anime’ (cartoni animati) è che qualsiasi negozio, per quanto serio sia, espone sempre il ‘pupazzetto’ di un beniamino…anche sul web ho scoperto che c’è tutto un culto…!

 

E vogliamo parlare di queste due scatoline ‘Jewelry’ e ‘Petite Amie’? Secondo voi che c’è dentro? Caramelle? Trucchi? Perline?

Noooo, ci sono sacchetti di tè! E mica sacchetti normali …sono fantastici sacchetti di seta trasparente…..très chic! Ecco le combinazioni di infusi: tè nero, lychees e bacche dolci (cosa saranno non l’abbiamo ancora scoperto)…e poi cioccolato bianco, lamponi e petali di rosa…non so se è suggestione ma quest’ultima combinazione è il tè più buono mai assaggiato finora.

 

E infine….una scatolina di tè  verde con ‘Ume‘…e qui per capire cosa fosse c’è voluta tutta una ricerca sul web che non vi dico. Il profumo ci sembrava simile alla mandorla, ma non  era ‘proprio’ mandorla.  Insomma, l’Ume deriva dal termine ‘Prunus Mume’, maggiormente conosciuto come il Japanese Apricot. Ah bè, adesso è tutto chiaro. Che?!? Insomma (oddio con tutti questi insomma sembro Simona Ventura) è un albero a metà tra il prugno e l’albicocco, che in Oriente è uno dei più amati, rappresenta il simbolo della primavera e…dell’elasticità, della capacità di adattamento di fronte alle difficoltà della vita….nella tradizione giapponese addirittura protegge contro il male. Ecco, adesso riempio la vasca di acqua calda e sacchetti di fiori di ume e mi ci metto direttamente in infusione. Addirittura sembrerebbe che i fiori di ume abbiano nella cultura giapponese radici ancora più antiche e profonde del tanto amato fiore di ciliegio (‘sakura’), divenuto ‘famoso’ più tardi.

E adesso …ricetta. Questa volta ho scelto di fare il c.d. ‘Okonomiyaky’, termine che indica una specialità giapponese e che nella cultura recente, soprattutto d’occidente, è tradotto come “cook what you like, the way you like“. Cucina ciò che ti pare, nel modo che ti pare. Osaka sembra riconosciuta come la patria di questa ricetta, ma si dice anche la stessa cosa di Hiroshima. 😉

E’ una sorta di ‘omelette’ o ‘pancake’ (Japanese pancake) fatto con ingredienti di ogni genere, con una base di acqua e farina. In molti ristoranti che servono Okonomiyaki ci si siede direttamente davanti a delle grandi piastre e si scelgono gli ingredienti per farcire il pancake. Una specie di crépes direi io.

Ma sapete la ‘chicca’? Ebbene sì, per chi come me negli anni ’80 è cresciuto insieme a cartoni animati come Kiss Me Licia ( titolo originale sia del manga che dell’anime è ‘Ai Shite Knight‘), sappiate che il ristorante di Marrabbio era un ristorante di Okonomiyaki! Ecco quindi cosa erano quelle piastre su cui smanettava in continuazione! Si chiamano Teppan e lo stile di cucina che ne deriva è il Teppanyaki.

Come dicevo normalmente l’okonomiyaky è fatto di un impasto di farina, acqua, yam e uova, poi mixato con il cavolo (verza o cappuccio che sia). Poi all’interno ci si può aggiungere qulasiasi cosa: verdure, carne o pesce. E ancora, il topping può essere di uovo, gamberi, formaggio e, immancabilmente, salse di tutti i tipi: dalla salsa Worchestershire alla salsa di soya, dalla salsa kuzu  alla salsa okonomiyaki.

Per la ricetta sono partita da quella spiegata nel blog Rising Sun Page  e poi mi sono lanciata in una personalissima okonomiyaki sauce fatta in casa (per divertimento eh!).

Ingredienti per i pancakes (3-4 Okonomiyaki):

250 ml di acqua – 1 uovo – 70 gr di farina integrale – 70 gr di farina ‘bianca’ – 1 cavolo (verza o cappuccio) medio – 4-5 carotte tagliate a julienne – 1 porro – una cipolla – sale q.b. – olive evo q.b. 

Fai soffriggere la cipolla nell’olio e aggiugi il cavolo tagliato a striscioline. Dopo circa 5 minuti, quando si sarà un po’ ‘appassito’ aggiugici il porro e le carote  e cuoci per qualche altro minuto, in base al tuo ‘gradimento’ di cottura. Aggiungi un po’ di sale e metti da parte.

In un recipiente prepara la pastella aggiungendo l’uovo alla farina. Insieme ad un pizzico di sale, mescola fino ad ottenere una pastella liscia e un po’ spumosa.

A questo punto scalda in una padella piccola (15-20 cm di diametro) un po’ di olio e, quando la padella si è scaldata, versaci sopra due mestoli di pastella. Dopo un minuto, quando inizia a rassodarsi, aggiungi un po’ delle verdure che hai preparato prima. Di nuovo, sopra alle verdure aggiungi un altro po’ di pastella. Dopo qualche minuto, quando il tuo quasi-okonomiyaki si è un po’ rassodato, giralo e cuocilo dall’altro lato. Io l’ho anche coperto con un coperchio per qualche minuto. Lascialo sulla fiamma ancora per 5 minuti e servilo caldo, aggiugendo appunto ..what you like.

Per la salsa ‘Okonomiyaki’ sono andata proprio ad occhio, mettendo insieme gli ingredienti base della okonomiyaki sauce : ho messo a bollire 2 pomodori, una carota, una cipolla, un porro, una mela e poi ho frullato tutto. Ci ho aggiunto la salsa di soia, lo zucchero, la salsa d’ostrica, un cucchiaino di maizena sciolto in 100 ml d’acqua, un po’ di succo d’arancia ed infine la glassa all’aceto balsamico.  Quella che si vede in foto è un extra di maionese. Se state pensando che è un pasticcio indescrivibile…ebbene sì, lo ammetto: ho approcciato gli ingredienti come fossero colori per una tela…ma giuro che non era male, e comunque valeva tutto il divertimento!

Arrivederci in…Thailandia!

E qui…la raccolta delle ricette Giappo di questa settimana!

In: lievitati · Tagged: ricette dal mondo (international recipes)

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Comments

  1. Alessia says

    Febbraio 2, 2011 at 9:34 pm

    chiedo venia e mi complimento ami:hai fatto egregiamente quello che avrei dovuto fare io. Noi siamo stati in un ristorantino del genere, seduti di fronte ad un bancone che era una enorme intera piastra rovente dove cucinano e da cui si prende direttamente con le bacchettine per mettere nel piattino. Il nostro piatto era però una variante composta da spaghetti di riso (mi pare) cotti con carne verdure ed un bell’uovo a occhio di bue sopra con delle erbette. Ho anche la foto, come te la allego?

    Rispondi
  2. ackyart says

    Febbraio 2, 2011 at 11:05 pm

    Postala su ackyart cafè! Poi ci penso io! 😉

    Rispondi
  3. Kristina says

    Febbraio 3, 2011 at 2:18 pm

    Ecco questo è un piatto che mi piacerebbe molto provare, mi piace la cucina Giapponese ma io faccio cose semplici. Sai non mi sono persa nemmeno una puntata di ‘Kiss me licia’ ma non sapevo che il cibo che preparava ‘Marrabbio’ era proprio l’Okanamiyaki. ^^ ciao Kris

    Rispondi
  4. Michelle @onandoffmyplate.com says

    Febbraio 4, 2011 at 11:54 pm

    Oh…I love your post and your blossoms! The dish is out of this world….you have patience to do the top design!

    Rispondi
    • ackyart says

      Febbraio 5, 2011 at 10:19 am

      Thanks Michelle! 🙂

      Rispondi
    • Agung says

      Febbraio 2, 2012 at 4:00 am

      mhmmm….con la bciuca del limone e il timo fresco chissà che buon sapore: ottimo suggerimento! Un caro saluto simo

      Rispondi
  5. cinzia says

    Febbraio 7, 2011 at 1:43 pm

    bellissimi regali, ringrazia ale anche da parte mia che ho avuto l’occasione di ammirarli, i sacchettini da thè sono molto chic!
    ora che ho letto tutto il post e scoperto il significato, questo Okonomiyaki mi piace molto e mi sento molto Okonomiyakiosa tutti i giorni in cucina quando apro il frigo e … decido il da farsi!
    un abbraccione e buonissima settimana!

    Rispondi
  6. albertina says

    Giugno 19, 2011 at 8:28 am

    mi hai riportata ad un bellissimo ricordo, una tavola calda di okonimiyaky ad Hiroshima… il Giappone, il viaggio più bello della mia vita!

    Rispondi
  7. matrimony movies in nellore says

    Agosto 26, 2014 at 11:55 pm

    Ѵery shortly tɦis site will bе famous among all blogging people, Ԁue to
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    Rispondi
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    Howdy! This is my first comment here so I just wanted to give a quick shoyt out and say
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    Appreciate it!

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